Lesione da pressione, evento prevenibile?

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Abstract

Piccoli spot a favore degli addetti o non addetti ai lavori (famigliari, caregiver o prestatori di cure non specializzati), su un argomento ancor oggi sottovalutato ed in taluni casi sconosciuto come le lesioni da pressione o comunemente definite “piaghe da decubito”.

Introduzione

Trattare un argomento come le lesioni da pressione, non sempre risulta semplice perché l’approccio e le azioni conseguenti risultano disomogenee accompagnati a dei risultati non sperati e talvolta nefasti. In questo breve articolo, si cercherà di evidenziare l’importanza di avere un approccio a 360° dove l’utente finale o meglio l’utente iniziale cioè il paziente fragile sia al centro del progetto da un team multidisciplinare, intento a prevenire l’insorgenza della stessa o trattare in modo corretto una lesione esistente.

Materiali e metodi

Prima di tutto, per lesione da pressione intendiamo una ferita con evoluzione necrotica, che interessa i primi strati cutanei fino a giungere nei casi più gravi a parti “nobili” quali muscolatura e strutture ossee. Come dice la parola stessa è la PRESSIONE, intesa come una forza continua su una regione corporea, in prevalenza su tessuti che poggiano su piani ossei ( su un paziente con una serie di malattie coesistenti o comorbilità), a causare un danno al microcircolo con conseguente morte cellulare e formazione della lesione.

Possiamo distinguere le cause principali in locali o sistemiche, ma che hanno un comun denominatore che è la sindrome ipocinetica, che è una condizione nella quale versa il paziente fragile per le comorbilità a monte, o per una condizione acuta (ad esempio: incidente stradale), che portano la persona colpita ad un’ipomobilità obbligata.

Conosciamo cause locali quali: pressione (una forza applicata perpendicolarmente ad una unità

di superficie), taglio ( dove i vari segmenti corporei tendono a scivolare da una posizione all’altra se non vengono sorretti da un’idonea postura), frizione ( intesa come la forza esercitata da due superfici che si muovono l’ una con l’ altra quando tra esse esiste un contatto che genera calore, per

sfregamento delle due parti).

Cause sistemiche: Età, i soggetti anziani dimostrano un’aumentata suscettibilità alle lesioni da pressione.

Riduzione della mobilità, ogni patologia o sindrome che riduce nella persona l’abilità a muoversi liberamente, aggrava il rischio di insorgenza di L.d.P. La compromissione dello stato mentale, le malattie psichiatriche o neurologiche, la sedazione farmacologia, il dolore o le fratture ossee, diminuiscono la mobilità del soggetto costituendo fattori di rischio per la comparsa delle lesioni.

Malnutrizione. Gli studi epidemiologici hanno riportato che l’80% dei pazienti affetti da L.d.P. è malnutrito. [1]

Discussione

Come citato in precedenza, purtroppo ancora oggi per diverse motivazioni vi sono molteplici interventi disomogenei sia tra gli addetti che ai non addetti ai lavori che portano spesso e volentieri a complicazioni talvolta letali nei confronti del paziente colpito da lesioni, ma soprattutto non è ancora ben compreso nel wound care il ruolo fondamentale che ricopre la prevenzione, in quanto dovrebbe essere applicata nelle primissime fasi di approccio al paziente.

Pertanto, indicato anche dalle ultime norme legislative, onde evitare l’insorgenza di lesioni da pressione o il peggioramento di lesioni già esistenti è necessario affidarsi a linee guida scientificamente validate.

Le linee guida sono raccomandazioni di comportamento clinico, prodotte attraverso un processo sistematico e multidisciplinare, allo scopo di assistere gli Operatori Sanitari ( medici, infermieri, ausiliari specializzati), pazienti fragili e caregiver, nel decidere quali sono le modalità di assistenza più appropriate in specifiche circostanze cliniche, nelle principali macro aree ( mobilità, dolore, nutrizione, superfici antidecubito ed eventuale trattamento con la delicata scelta della medicazione più appropriata ).

Tutto questo, attraverso schede di valutazione e comportamenti secondo gli ultimi documenti di posizionamento.

Per raggiungere un livello di best practice, è necessario un lavoro di team multidisciplinare dove ogni professionista aggiungerà un tassello nella performance qualitativa a favore del paziente. ( Medico esperto/specialista- Infermiere esperto/specialista- Podologo- Fisioterapista- Farmacista etc…).

Tabella 1 (Esempio di intervento multidisciplinare).

Conclusioni

Concludendo, il soggetto a rischio deve seguire uno stile di vita sano con un’alimentazione equilibrata, un’ adeguata idratazione, esercizio fisico moderato e regolare, evitando il fumo e l’abuso di alcolici e ponendo attenzione a mantenere la cute sempre idratata utilizzando gli appositi unguenti auto idratanti, mentre nei soggetti colpiti da lesioni da pressione sarà importante intervenire nelle macro aree sopracitate. La principale indicazione rimane però quella di rivolgersi ESCLUSIVAMENTE a professionisti in grado di formulare una diagnosi dalla quale dipenderà l’impostazione del trattamento della/e lesione/i. [2] 

Bibliografia e Sitografia

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