Il linguaggio delle ulcere cutanee. Cosa fare… spesso ce lo dicono loro

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Abstract

Viene riportata la classificazione delle ferite croniche in stadi a colori, che consente di registrare in modo oggettivo l’andamento della lesione, fotografandola ad ogni rivalutazione.

5 colori (rosa, rosso, giallo, nero, verde) che esprimono il linguaggio delle stesse ulcere cutanee e ci dicono cosa sta accadendo in seguito alla loro interazione con le medicazioni avanzate passo per passo.

Introduzione

Chi si occupa di VULNOLOGIA/WOUND CARE sa che le ulcere cutanee sono lesioni cutanee croniche (L.C.C.) e che nel tempo lo sono divenute a causa di un problema sottostante: una patologia circolatoria venosa, arteriosa e linfatica (ULCERE VASCOLARI), una grave sofferenza del microcircolo  con o senza  neuropatia associata  (ULCERE DIABETICHE), una compressione continua  anomala ischemizzante della cute su sporgenze ossee in pazienti per vario motivo allettati e non in grado di spostarsi autonomamente nel letto o su una sedia a rotelle (ULCERE DA PRESSIONE,  chiamate in gergo popolare PIAGHE DA DECUBITO).

Prima capire, poi agire

È facilmente intuibile quanto sia importante di conseguenza fare DIAGNOSI prima di agire, cioé  prima di mettere in atto una TERAPIA adeguata e non soltanto applicare una corretta MEDICAZIONE LOCALE. Soltanto così infatti cureremo il nostro paziente a 360° ed avremo la possibilità di ottenere una guarigione dell’ulcera veloce e più stabile nel tempo.

Naturalmente poi il giusto ed aggiornato agire del vulnologo sarà la ciliegina sulla torta.

Corretto protocollo di medicazione locale

Detto questo, è evidente che il buon vulnologo deve conoscere bene le medicazioni avanzate che usa, saperne sfruttare tutti gli effetti positivi, che  possono scaturire dal loro corretto impiego, ma anche  tenere bene a mente tutti i possibili svantaggi che potrebbero derivare dal loro uso improprio. Si potrebbe quasi dire, in modo scientifically incorrect, che le medicazioni avanzate, sfruttando la loro tecnologia di produzione, interagiscono con la ferita come un farmaco interagisce con i nostri organi ed apparati e, proprio come questo, hanno precise indicazioni e controindicazioni, di cui dobbiamo obbligatoriamente tener conto. In questo modo sarà possibile attuare un corretto PROTOCOLLO di medicazione, che, sarà bene ricordare, dovrà essere soggetto a periodiche rivalutazioni (in media almeno ogni 7-10 giorni) per apportare allo stesso possibili eventuali variazioni.

Linguaggio delle ferite

Forse chi non è del mestiere non se lo aspetterebbe mai, ma ad aiutarci sono proprio le stesse ulcere cutanee, se impariamo a capirne il loro linguaggio. Infatti a parlarci in modo chiaro è il loro aspetto e tutto ciò che accade dalla loro interazione con le medicazioni tecnologicamente avanzate di volta in volta usate. Queste gestiscono l’essudato infiammatorio, che la natura stessa ha messo  alla base dei processi di guarigione delle lesioni cutanee (wound healing).

La Wound Care Society nel 1984  ha incasellato questo linguaggio in una classificazione in stadi “ a colori” (vedi fig.1), molto intuitiva e semplice, che ci permette di capire al volo se ciò che sta accadendo lì è  positivo o negativo, guidando così i nostri comportamenti terapeutici.      

Come possiamo spiegarla in modo chiaro e semplice?

Fig.1: Classificazione in stadi “a colori” della W.C.S. per monitorare l’andamento delle l.c.c. e guidare il protocollo di medicazione, che deve essere sottoposto a revisione almeno ogni 7-10 giorni, per eventuali correzioni di rotta con cambiamento o meno delle medicazioni avanzate utilizzate.

I colori della vita

Immaginiamo un semaforo a 5 lampade, rosa, rosso, giallo, nero e verde i colori dall’alto in basso. Ogni colore fotografa lo stadio del processo di wound healing della ferita e ci dice: “stai usando un protocollo di medicazione interattiva giusto o sbagliato.

Come? Vediamolo insieme.

Significato dei colori

Lo STADIO ROSA ci dà le notizie migliori, ci dice che siamo arrivati al traguardo, che la lesione è guarita e completamente riepitelizzata. Lo strato più esterno della pelle o cute, che si chiama epidermide, è ricresciuto ed ha coperto il sottostante tessuto di granulazione, riccamente vascolarizzato e quindi di colore rosso, ricevendo da questo tutto ciò che è necessario alla sua vita (nutrienti e ossigeno da prendere, cataboliti e anidride carbonica  da eliminare e  difese immunitarie cellulari ed umorali da usare  per difendersi). Inizialmente il nuovo strato di epidermide è sottile e lascia trasparire attenuandolo il colore sottostante del tessuto neoformato di granulazione e così a noi appare di colore rosa.

Lo STADIO ROSSO indica lavori in corso , quindi che stiamo procedendo nel verso giusto, che la potente vis sanatrix naturae è  all’opera per colmare le perdite di sostanza nel letto della ferita, provocate da un trauma, che nella genesi di ogni ferita più o meno evidente e riconoscibile non è mancato mai. Si forma così, come già detto, un nuovo tessuto di riempimento vitale. Se lo rispettiamo ed evitiamo di bruciarlo (ossidarlo) o danneggiarlo (danni iatrogeni dovuti ad esempio ad uso improprio di disinfettanti o a manovre inutili di debridement chirurgico), il tessuto di granulazione ci porterà presto a dama. In poche parole il nostro protocollo di medicazione è corretto, ma noi dobbiamo muoverci con le giuste cautele, sempre pronti a cogliere segnali di pericolo legati a patologie sottostanti (spesso circolatorie). Infatti non dobbiamo mai dimenticare che le ulcere cutanee sono ulcere croniche spesso dovute a patologie sottostanti, che vanno trattate e attentamente  monitorate nel tempo per evitare fasi di stallo della ferita o, peggio ancora, di regressione agli stadi di cui parliamo a seguire.

Quindi Adelante con juicio.

Lo STADIO GIALLO può darci un duplice messaggio: attenzione nella ferita c’è tessuto adiposo non vitale da eliminare oppure molta fibrina e/o slough (tradotto letteralmente fango), indice di infiammazione. Questa ha un ruolo importantissimo nel processo di guarigione della ferita e quindi non va combattuta. Possiamo sfruttare l’essudato infiammatorio che ne deriva con le giuste medicazioni avanzate, che lo sfruttano per favorire il mantenimento di un giusto grado di umidità e per   creare un muro difensivo immunitario cellulare (macrofagi) ed umorale (anticorpi).

In questo stadio in definitiva dobbiamo a volte fare debridement per asportare tessuti non vitali o fibrina in eccesso, a volte solo usare le medicazioni giuste per gestire al meglio l’essudato.

Un’attenzione particolare va posta nell’evitare che l’infiammazione sconfini nell’infezione, passando per le tappe intermedie della contaminazione e della colonizzazione.

Lo STADIO NERO sentenzia la presenza di un tessuto morto o necrotico e ci dà un chiaro messaggio: quando è possibile questo tessuto non va medicato, ma va rimosso rapidamente (debridement).  

Va però posta attenzione ai casi in cui la necrosi sia molto estesa e copra tendini ed ossa (in questo caso è consigliabile una rimozione progressiva) e ai casi che sia espressione di una grave turba circolatoria arteriosa (in questo caso meglio tenerla asciutta e disinfettata e non rimuoverla fino a che non venga fatto un intervento di rivascolarizzazione).

Lo STADIO VERDE ci dice che ci troviamo a dover combattere un’infezione e che questa è quasi sempre dovuta al proliferare locale dello pseudomonas aeruginosa o piocianeo, che è responsabile di un essudato di colore verde. In alternativa possono esserci altri batteri come gli stafilococchi aureus ed epidermidis (più frequenti) o proteus, klebsiella e vari enterobatteri.

Oltre al colore verde in associazione a questo o in alternativa può esserci come segnale di infezione  il cattivo odore.

Due le cose da fare in questi casi:

  1. tampone con antibiogramma per impostare una corretta terapia antibiotica mirata per via sistemica
  2. debridement, disinfezione locale ad impacco e successivo lavaggio con soluzione fisiologica prima di applicare medicazioni assorbenti all’argento o al rame.

Monitoraggio delle ferite e Conclusioni

Controllare periodicamente il colore della ferita ci consente quindi di monitorarla nel tempo e di capire se la stiamo trattando in modo corretto. Una guida per il vulnologo. Ma non solo.

 Utilizzando questa classificazione in stadi a colori è possibile farne una valutazione oggettiva, consentendo ai vari operatori sanitari che seguono il paziente di basarsi su dati concreti e di trasmetterli fra di loro senza più basarsi su sensazioni soggettive che portano a dire :”mi sembra che…..penso che le cose vadano meglio”.

Bibliografia

  • ….PERCHÈ È NECESSARIA UNA VALUTAZIONE DELLE FERITE ?  ASL Alessandria 5 giugno 2012 pag.1-70 doc- in PDF su www.aslal.it
  • LESIONI DA PRESSIONE. LA STADIAZIONE. 15 giugno 2016 www.nurse24.it
  • UTILIZZO DELLE MEDICAZIONI AVANZATE NEL TRATTAMENTO DELLE ULCERE CUTANEE doc. in PDF pag.1-27 su www.regione.toscana.it
  • M. Palombi: APPROCCIO AL WOUND CARE cap. 1, pag.19-70   CIC EDIZIONI INTERNAZIONALI – ROMA 2019
  • M. Cavallini: GESTIONE DELLE LESIONI CUTANEE. WOUND CARE & CURE     cap. IV, pag.267-278 EDIZIONI SCIENTIFICHE FALCO – ROMA 2021   
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