La Terapia con Anticoagulanti Orali di nuova generazione nella Fibrillazione Atriale. Le 10 Domande più frequenti

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La terapia con farmaci anticoagulanti è ad oggi la più efficace difesa nei confronti dell’ictus cerebrale che si può manifestare, con vari gradi di probabilità, nel paziente con tale aritmia.

Da qualche anno, con alle spalle una importante letteratura, basata su studi clinici che hanno coinvolto migliaia di pazienti, sono entrati nell’uso comune una nuova classe di farmaci denominati NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI o NAO o DOAC (come acronimo) che sono essenzialmente riconducibili a 4 molecole (Dabigatran, Rivaroxabam, Apixaban ed Edoxaban).

Le principali caratteristiche farmacologiche, che li differenziano dai loro predecessori, sono una rapida insorgenza d’azione (alcune ore) ed un’altrettanto rapida scomparsa dal circolo (mediamente 24 ore) così come una loro scarsa interazione con altri farmaci o alimenti. Studi di confronto rispetto alla vecchia classe hanno oramai definitivamente dimostrato un’efficacia quantomeno analoga a fronte di una maggiore sicurezza rispetto al loro più temibile effetto collaterale dato dall’emorragia cerebrale.

Con questo articolo mi propongo di dare risposta alle 10 domande che più frequentemente i pazienti mi pongono riguardo questa terapia.

Introduzione

La terapia con farmaci anticoagulanti è ad oggi la più efficace difesa nei confronti dell’ictus cerebrale che si può manifestare, con vari gradi di probabilità, nel paziente con tale aritmia. L’ictus come conseguenza della fibrillazione atriale è generalmente più esteso e foriero quindi di un maggior grado d’invalidità.

A tale scopo, da quando questo stretto legame è stato dimostrato, il Paziente deve eseguire una terapia preventiva specifica a base di una classe di farmaci che hanno la capacità di ridurre il potere coagulativo del sangue ad un livello tale da consentire una residua efficace protezione in caso di emorragia e da proteggere la circolazione cerebrale da emboli (impurità presenti in circolo) responsabili poi del danno cerebrale.

Fino ad alcuni anni or sono l’unica classe di farmaci a disposizione per tale scopo era costituita da farmaci antagonisti della Vit. K noti con il nome commerciale di Coumadin e Sintrom. Purtroppo una delle maggiori limitazioni di tali farmaci era legata all’estrema labilità nell’assorbimento e nella loro stabilità in circolo che obbligava il Paziente ad eseguire periodicamente, mediamente ogni 20 gg, dei controlli ematici (INR/PT) in seguito ai quali stabilire di volta in volta il dosaggio. Non solo, ma tutti gli alimenti ad alto contenuto di Vit. K (naturale antidoto), come ad esempio le verdure a foglia larga, dovevano essere banditi o comunque centellinati; la stessa cosa si presentava nell’assunzione di molti farmaci di uso comune (ad esempio gli antinfiammatori/antidolorifici, i cortisonici, molti antibiotici e così via) obbligando i Pazienti a prelievi ravvicinati ed esponendoli ad un maggior rischio di sanguinamento. Ma al contempo tutte queste variabili incidevano anche in senso opposto, ossia in un’oscillazione del grado di protezione cerebrale che si rifletteva in una minore copertura dal danno cerebrale.

Da qualche anno invece, con alle spalle una importante letteratura, basata su studi clinici che hanno coinvolto migliaia di pazienti, sono entrati nell’uso comune una nuova classe di farmaci denominati NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI o NAO o DOAC (come acronimo) che sono essenzialmente riconducibili a 4 molecole (Dabigatran, Rivaroxabam, Apixaban ed Edoxaban). Le principali caratteristiche farmacologiche, che li differenziano dai loro predecessori, sono una rapida insorgenza d’azione (alcune ore) ed un’altrettanto rapida scomparsa dal circolo (mediamente 24 ore) così come una loro scarsa interazione con altri farmaci o alimenti. Studi di confronto rispetto alla vecchia classe hanno oramai definitivamente dimostrato un’efficacia quantomeno analoga a fronte di una maggiore sicurezza rispetto al loro più temibile effetto collaterale dato dall’emorragia cerebrale.

Nello studio di Cardiologia e di Medicina di Base afferisce pertanto un numero importante di pazienti che devono confrontarsi con queste classi di farmaci ( per fare un esempio nella Regione Emilia Romagna, al 2014, l’1,9% della popolazione assumeva anticoagulanti orali) e pertanto molte sono le domande che ci vengono poste durante le viste.

Abbiamo pensato quindi di riassumere le 10 domande più frequenti relative esclusivamente ai nuovi anticoagulanti orali (che per semplicità da qui in poi chiameremo con il termine di NAO), come di seguito esposto.

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